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La chimica applicata ai materiali lapidei

I materiali lapidei in base alla loro struttura petrografica possono presentare un certo livello di porosità, primaria o secondaria,  che li rende più o meno assorbenti e quindi soggetti a macchiarsi, consentendo inoltre all’acqua piovana di penetrare nel materiale favorendo la disgregazione dello stesso e/o la formazione di sali in superficie (efflorescenze).

Anche la composizione petrografica può incidere sul risultato finale in funzione del tipo di applicazione e/o dell’adesivo utilizzato.

Vi e’ inoltre la problematica della sensibilità agli acidi, molto evidente nei calcari, meno invece per le pietre silicee (graniti).

Queste sono state sicuramente le problematiche principali dei materiali lapidei che fino a circa 15-20 anni fa, complice la mancanza di investimenti in questo settore, non venivano trattati adeguatamente provocando spiacevoli risultati estetici con necessita’ di continui interventi di manutenzione in loco o addirittura, nei casi più gravi, anche la sostituzione integrale.

Oggi l’industria chimica del settore lapideo, dopo vari studi condotti sulle pietre, ha raggiunto un ottimo livello di ricerca che consente di superare brillantemente quasi tutti gli ostacoli alla protezione dei materiali naturali.

lapidi
lapidi pulizia

Esistono in commercio vari prodotti che possiamo catalogare a seconda del tipo di protezione o effetto di finitura desiderata:

  • Antimacchia (idro-oleorepellente): studiati per i piani cucina, sono dei polimeri con base solvente o acqua (ecofriendly) che rivestono per pochissimi millimetri lo strato superficiale del materiale rendendolo impenetrabile agli agenti macchianti ad eccezione delle sostanze acide (vino, succo di limone ecc…). Necessita di cicli di applicazione periodica in funzione al grado di porosità del materiale.
  • Idrorepellenti: questo tipo di prodotto si differenzia dall’antimacchia per la sua azione specifica contro l’acqua piovana o quella sanitaria. Viene utilizzato per piatti doccia e lavabi o piscine e pavimentazioni/rivestimenti esterni. E’ sempre un polimero su base solvente o acqua (ecofriendly) che penetra per pochi millimetri rivestendo lo strato superficiale del materiale. Necessita di cicli di applicazione periodica in funzione al grado di porosità del materiale.
  • Antiacidi: rappresenta una delle ultime novità nel settore della chimica rappresentando una rivoluzione che consente al materiale lapideo di risolvere quasi del tutto il problema della sensibilità agli acidi. Si tratta di prodotti chimici filmanti che rivestono lo strato esterno del materiale, creando cosi’ una pellicola protettiva trasparente. E’ un prodotto a base solvente che necessita la riapplicazione solo nei casi di usura o sfaldamento della pellicola.
  • Anti-risalita: studiato per risolvere l’annoso ed antiestetico problema della formazione di sali che per capillarità risalgono in superficie. Attraverso l’applicazione su più lati del singolo pezzo , 5 o 6 a seconda del tipo di adesivo, questo prodotto penetrando in profondità per diversi millimetri, blocca la risalita dei sali. E’ un prodotto a base acqua che non necessita di ulteriori cicli di applicazione in quanto solidifica all’interno del materiale naturale.
  • Antichizzanti: sono prodotti per la finitura superficiale che vengono applicati sui materiali spazzolati o antichizzati per risaltare il tono della pietra, fungendo al contempo anche da idro-repellente ed antimacchia, seppur marginalmente.
  • Detergenti: esistono due grandi tipologie di detergenti in funzione al tipo di materiale da trattare: base alcalina per pietre calcaree, base leggermente acida per graniti e similari. In commercio sono presenti detergenti per la pulizia ordinaria o straordinaria suddivisi per tipologia di materiale ed applicazioni.
  • Antibatterici: esistenti in commercio già da qualche anno, con il recente evento epidemico le case chimiche hanno potenziato la ricerca e la produzione su questo genere di prodotti. Il problema non e’ legato soltanto all’igiene delle superfici per la problematica connessa alla trasmissione del virus ma anche quella relativa alla porosità del materiale naturale che diventa luogo ideale per la proliferazione dei batteri, soprattutto in ambienti come cucine e bagni.